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di Giustiniano e specialmente di Teodora. I Poeti di quel tempo hanno celebrato in essi la rara unione della natura e dell’arte, non meno che l’armonia delle Ninfe dei boschi, delle fontane e dei flutti marini; pure la folla de’ Ministri, che seguitavan la Corte, si doleva dell’incomoda loro abitazione1, ed erano le Ninfe troppo spesso impaurite dal famoso Porfirio, Balena di dieci cubiti in larghezza e di trenta in lunghezza che fu tratta a riva alla bocca del fiume Sangari, dopo avere infestato per più di mezzo secolo i mari di Costantinopoli2.

Giustiniano moltiplicò le Fortezze dell’Europa e dell’Asia; ma la frequenza di tali timide ed infruttuose precauzioni espone ad un occhio filosofico la debolezza dell’Impero3. Da Belgrado fino all’Eussino, e dalla congiunzion della Sava col Danubio fino all’im-

    Anecd. p. 80, 81 che cita vari Epigrammi dell’Antologia), ed il Du-Cange (CP. Christ. L. IV c. 13 p. 175, 176).

  1. Si paragonino fra loro i diversi linguaggi dell’adulazione e della malevolenza negli Edifizi (L. I c. 11), e negli Aneddoti (c. 8, 15). Gli oggetti spogliati del belletto, o nettati dal fango compariscono i medesimi.
  2. Procopio L. VIII, 29. Era questa Balena probabilmente forestiera o vagante, mentre il Mediterraneo non suole nutrirne. Balenae quoque in nostra maria penetrant (Plin. Hist. Nat. IX, 2). Fra il cerchio polare, ed il tropico, gli animali cetacei dell’Oceano crescono fino alla lunghezza di 50, di 80 e di 100 piedi (Hist. des Voyages Tom. XV p. 289; Zoologia Britannica di Pennant Vol. III p. 35).
  3. Montesquieu (Observat. sur la Grand. et la Decad. des Romains c. 20 Tom. III p. 503) osserva, che l’Impero di Giustiniano, come la Francia nel tempo delle incursioni de’ Normanni, non fu mai tanto debole, come quando si fortificò ogni villaggio.