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452 storia della decadenza

desima rapina, temeva il medesimo evento. Il timore d’un nemico comune sospese gli effetti della loro invidia e malcontentezza, ma nella speranza della vicina vittoria, intrigarono un potente rivale ad opporsi al Conquistatore di Roma e dell’Affrica. Dal servizio domestico del Palazzo, e dell’amministrazion delle rendite private, l’eunuco Narsete fu innalzato ad un tratto alla testa d’un esercito; e lo spirito d’un Eroe, che in seguito uguagliò il merito e la gloria di Belisario, servì solo ad imbarazzare le operazioni della guerra Gotica. Il soccorso di Rimini fu attribuito ai suoi prudenti consigli da’ Capi della malcontenta fazione, ch’esortaron Narsete ad assumere un indipendente e separato comando. La lettera di Giustiniano in vero gli aveva ingiunto l’ubbidienza al Generale, ma quella pericolosa eccezione „finattantochè possa esser di vantaggio al pubblico servigio„ riservava qualche libertà di giudizio al discreto favorito, che sì di fresco era venuto dalla sacra, e famigliar conversazione del suo Sovrano. Nell’esercizio di questo dubbioso diritto, l’eunuco sempre dissentì dalle opinioni di Belisario; e dopo aver ceduto con ripugnanza all’assedio d’Urbino, abbandonò di notte il suo Collega e marciò alla conquista della provincia Emilia. Le feroci e formidabili truppe degli Eruli erano attaccate alla persona di Narsete1; diecimila Romani e confederati si lasciaron persuadere a marciare sotto le

  1. Dopo la partenza di lui non vollero più militare: venderono a’ Goti i loro schiavi e bestiami: e giurarono di non più combattere contro di loro. Procopio fa una curiosa digressione sopra le maniere e le avventure di questa vagante Nazione, una parte di cui finalmente passò a Tule, o nella Scandinavia (Goth. l. II c. 14, 15).