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112 storia della decadenza

ed il Popolo furono richiamati alla lor Patria; liberalmente si provvide ai mezzi di sussistenza; e Totila, in ammanto di pace, celebrò i giuochi equestri del Circo. Nel tempo ch’egli divertiva gli occhi della moltitudine, si allestivano quattro cento vascelli per imbarcar le sue truppe. Le città di Reggio e di Taranto cederono alle sue armi. Egli passò nella Sicilia, oggetto dell’implacabil suo sdegno, e l’Isola fu spogliata dell’oro e dell’argento che conteneva, dei frutti della terra, e di un infinito numero di cavalli, di greggi e di mandre. La Sardegna e la Corsica obbedirono alla fortuna dell’Italia; ed una flotta di trecento galee si portò sulle coste della Grecia1. I Goti sbarcarono a Corcira e sull’antico Continente dell’Epiro, si trassero fino a Nicopoli, trofeo di Augusto, e a Dodona2, una volta famosa pei responsi di Giove. Ad ogni nuova vittoria, il prudente Barbaro ripeteva a Giustiniano il desiderio che nutriva della pace, vantava il buon accordo dei loro predecessori, ed offeriva di impiegare le armi de’ Goti per servire l’Impero.

    lunga 120, conservavasi intera nel Navalia presso il Monte Testaceo, ai piedi dell’Aventino (Nardini, Roma antica, l. VII c. 9 p. 466. Donato, Roma antica, l. IV c. 13 p. 334). Ma tutti gli autori antichi nulla dicono di questa reliquia.

  1. In que’ mari, Procopio cercò invano l’isola di Calipso. In Feacea o Corcira, gli fu mostrata la nave impietrita di Ulisse (Odyss. XIII, 163); ma egli trovò che era una fabbrica recente, composta di molte pietre, e dedicata da un mercatante a Giove Cassio (l. IV c. 22). Eustazio aveva supposto che fosse la fantastica rassomiglianza di una rupe.
  2. Il Danville (Mem. de l’Acad. tom. XXXII p. 513-528) illustra il golfo di Ambracia; ma non può determinare la situazione di Dodona. Un paese che giace in vista della Italia è men conosciuto che i deserti dell’America.