Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VIII.djvu/167

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dell'impero romano cap. xliv. 163

nel soggetto della legge civile, che ha consumato tutta la vita di tanti eruditi, e tappezzato le pareti di tante spaziose biblioteche. In un solo, e se è possibile in un breve capitolo, io mi accingo a delineare la Giurisprudenza Romana, da Romolo sino a Giustiniano1, ad apprezzare il lavoro di questo Imperatore; poi mi farò a contemplare i principj di una scienza che tanto importa alla pace ed alla felicità del viver sociale. Le leggi di una nazione formano la parte più instruttiva della sua istoria, e, quantunque io mi sia dedicato a scrivere gli annali di una Monarchia nel suo declinare, di buon animo abbraccerò l’occasione di respirare la pura e fortificante aria della Repubblica.

Il Governo primitivo di Roma era composto, con qualche politica avvedutezza2 di un Re elettivo, di un

    sue opere furono raccolte in otto volumi in-4. Ginevra, 1743-1748. I trattati separati di cui mi sono principalmente servito, sono: 1. Historia juris romani et germanici, Lugd. Batav. 1740, in-8; 2. Syntagma antiquitatum romanam jurisprudentiam illustrantium, 2 vol. in-8. Traject. ad Rhenum; 3. Elementa juris civilis secundum ordinem institutionum, Lugd. Batav. 1751, in-8; 4. Elementa J. C. secundum ordinem Pandectarum, Traject. 1772, 2 vol. in-8.

  1. L’estratto di quest’istoria si ritrova in un Frammento De origine juris (Pandette, l. 1 tit. 2) di Pomponio, Giureconsulto romano che vivea sotto gli Antonini (Heineccius, t. III syll. 3 p. 66-126). Esso fu compendiato e verosimilmente alterato da Triboniano, e ristorato da Bynkershoek Opp. t. 1 p. 279-304).
  2. Si può studiare l’istoria del governo di Roma sotto i suoi Re, nel primo libro di Tito Livio, ed ancor più estesamente in Dionigi d’Alicarnasso (l. II p. 80-96, 119-130, l. IV p. 198-220), che qualche volta però si mostra retore e Greco.