Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VIII.djvu/173

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dell'impero romano cap. xliv. 169

niesi, nè par credibile che i Patrizj si esponessero ad una lunga e pericolosa navigazione, per copiare il purissimo modello di una democrazia. Paragonando le Tavole di Solone con quelle dei Decemviri, si può scoprire qualche accidentale rassomiglianza: alcune regole che la natura e la ragione hanno rivelato ad ogni società; alcune prove di una comune discendenza dall’Egitto, o dalla Fenicia1. Ma in tutti i gran tratti della Giurisprudenza pubblica e privata, i Legislatori di Roma e di Atene compariscono stranieri o contrarj fra loro.

Qualunque esser possa l’origine od il merito delle Dodici Tavole2, esse ottennero appresso i Romani quel cieco e parziale ossequio che i Legislatori di

    primus externorum aliqua de romanis diligentius scripsit (Plinio, III, 9). 5. Licofrone (A. U. C. 480-500) ha sparsa la prima idea d’una Colonia di Trojani e della favola dell’Eneide (Cassandra, 1226-1280).

    Γης και θαλασσης σκηπρα και μοναρχιαν
    Δαβοντες.

    Della terra e del mar gli scettri e il regno
    Pigliando.

    Predizione ardita avanti il fine della prima guerra punica.

  1. La decima Tavola (De modo sepulturae) fu tolta ad imprestito da Solone (Cicerone, De legibus, II, 23-26); il Furtum per lancem et licium conceptum proviene, se si presta fede ad Eineccio, dai costumi d’Atene (Antiq. rom. t. II, p. 167-175). Mosè, Solone ed i Decemviri permisero di uccidere un ladro notturno (Exode 22, 3). Demostene, contra Timocratem, t. 1 p. 736, ediz. di Reiske; Macrobio, Saturnalia, l. 1, c. 4; Collatio legum Mosaicarum et romanarum, tit. 7 n. 1 p. 218, ediz. Cannegieter.
  2. Βραχεως και απεριττως; tale è l’elogio che ne fa Diodoro (t. 1 l. XII p. 494); e che si può tradurre nell’eleganti atque absoluta brevitate verborum d’Aulo Gellio (Nott. Att. XXI, 1).