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208 storia della decadenza

oro dalla mistura di una lega più bassa. [A. D. 534] Non erano corsi per anco sei anni dopo la pubblicazione del primo Codice, ch’egli condannò il tentativo imperfetto col mezzo di una nuova e più accurata edizione dell’opera istessa, ch’egli arricchì di dugento leggi sue proprie, e di cinquanta decisioni de’ più oscuri ed intricati punti della giurisprudenza. Ogni anno, o, secondo Procopio, ogni giorno del lungo suo regno, fu contrassegnato da qualche innovazione legale. Molti suoi atti furono cassati da esso; i suoi successori ne rigettaron molti altri; il tempo ne cancellò un buon numero; ma sedici Editti, e cento sessanta Novelle1 vennero ammesse nel corpo autentico della giurisprudenza civile. Giusta l’opinione di un filosofo, superiore ai pregiudizj della sua professione, queste continue e per la maggior parte futili alterazioni non si possono spiegare, se non riguardando allo spirito venale di un principe, il quale vendeva senza vergogna i suoi giudizj e le sue leggi2. L’accusa dello storico secreto è, per vero dire, aperta e veemente; ma l’unico esempio ch’egli adduce, si può ascrivere tanto alla divozione, quanto all’avarizia di Giustiniano. Un uomo facoltoso e devoto avea lasciato la chiesa di

  1. Nel buon latino la parola Iè addiettivo, e sostantivo in quello de’ tempi barbari (Ludewig, p. 245). Giustiniano non le ha mai raccolte. Le nuove collazioni che servono di norma ai Tribunali moderni, racchiudono novanta Novelle; ma le indagini di Giuliano, di Aloandro,. e di Conzio (Ludewig, p. 249, 268; Alemanno, note in Anecdot. p. 98) ne hanno, accresciuto il numero.
  2. Montesquieu, Consid. sur la Grand. et la Décad. des Romains, c. 20 t. III p. 501 in-4. Egli si libera in questo luogo della toga e della berretta di Presidente à mortier.