Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VIII.djvu/230

Da Wikisource.
226 storia della decadenza

libertà del divorzio non contribuisce a renderci felici e virtuosi. La facilità della separazione distrugge ogni confidenza reciproca ed inasprisce ogni più lieve sconcordia. La minuta differenza che corre tra un marito ed uno straniero, potendo facilmente esser tolta di mezzo, si può anche più facilmente obbliare; e la matrona, che in cinque anni ha il cuore di sottoporsi agli abbracciamenti di otto mariti, dee cessare di avere in rispetto la castità di se stessa1.

Insufficienti rimedj seguitarono, con lontani e tardi passi il rapido andamento del male. Il culto antico dei Romani presentava una Dea particolare intesa ad ascoltare e pacificar le querele de’ coniugi; ma l’epiteto di Viriplaca2 la placatrice dei mariti, troppo chiaramente denota da qual parte si dovesse aspettar sempre la sommissione ed il pentimento. Ogni azione di un cittadino era soggetta al giudizio dei Censori. Il primo che usò il privilegio del divorzio, espose, per loro comandamento, le ragioni del suo procede-

  1. Sic fiunt octo mariti
    Quinque per autumnos.

    {{a destra|Juven. Sat. VI, 90.}} Quantunque questa successione sia molto rapida, essa è tuttavia credibile, come pure il non consulum numero, sed maritorum annos suos computant di Seneca (De beneficiis, III 16). A Roma San Gerolamo vide un marito che seppelliva la ventunesima sua moglie, la quale aveva seppelliti ventidue suoi predecessori meno robusti di lui (Opp. tom. I p. 90, ad Gerontiam). Ma i dieci mariti in un mese del Poeta Marziale, sono una stravagante iperbola (l. VI, epigr. 7).

  2. Publio Vittore, nella sua Descrizione di Roma, parla di un Sacellum Viriplacae (Valerio Massimo, l. II c. 1) che si trovava nel quartiere Palatino ai tempi di Teodosio.