Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VIII.djvu/25

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dell'impero romano cap. xlii. 21

Montagne d’Oro, e la Cintura della Terra. I fianchi delle rupi producevano minerali; e le fornaci del ferro1 ad uso della guerra, erano lavorate dai Turchi, la più spregiata porzione degli schiavi del Gran Can dei Geugeni. Ma durar non doveva il loro servaggio, se non fin tanto che sorgesse un ardito ed eloquente condottiero, il quale persuadesse i suoi compatriotti che le stesse armi, fabbricate pei loro padroni, potevano divenire nelle proprie lor mani gl’istromenti della libertà e della vittoria. Sbucaron essi dai lor monti2; uno scettro fu il guiderdone del consiglio di lui; e l’annua cerimonia, in cui un pezzo di ferro veniva arroventato nel fuoco, ed il Principe ed i suoi nobili maneggiavano successivamente un martello da fabbro ferraio, ricordò di secolo in secolo l’umile professione ed il ragionevole orgoglio della nazione Turchesca. Bertezena, primo lor Capo, segnalò il valore di essi ed il suo in fortunati combattimenti contro le vicine tribù; ma quando egli presunse di

  1. Il ferro della Siberia è il migliore ed il più abbondante del mondo, e, nelle parti meridionali, l’industria dei Russi ne scava al presente più di sessanta miniere (Strahlenberg, Storia della Siberia, p. 342, 387. Voyages en Siberie par l’abbé Chappe d’Auteroche, p. 603-608, ediz. in 12. Amsterdam, 1770). I Turchi offrivano ferro per sale: eppure gli ambasciatori Romani, con istrana ostinazione, persistevano in credere, che un artifizio era desso, e che il loro paese punto non ne produceva (Menandro in Excerpt. Leg. p. 152).
  2. Di Irgana-Kon (Abulghazi Kan, Hist. Généalog. des Tatars, P. 2 c. 5, p. 71, 77 c. 15 p. 155). La tradizione conservata da’ Mogolli de’ 450 anni ch’essi passaron ne’ monti, concorda coi periodi Chinesi dell’istoria degli Unni e dei Turchi (De Guignes, t. 1 P. 2 p. 376) e colle venti generazioni dalla loro restaurazione sino a Zingis.