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46 storia della decadenza

Cogli, o gran Re! cogli il momento propizio. Senza difesa è l’Oriente, ora che gli eserciti di Giustiniano ed il rinomato suo generale stanno nelle distanti regioni dell’Occidente. Se tu esiti, o differisci, Belisario e le vittoriose sue truppe ben tosto ritorneranno dalle rive del Tebro a quelle del Tigri, ed alla Persia non rimarrà che lo sciagurato conforto di essere stata divorata l’estrema1„. Mercè di tali argomenti, Cosroe agevolmente si persuase ad imitare l’esempio ch’egli condannava, ma il Persiano, ambizioso di militar rinomanza, disdegnò l’inoperoso modo di guerreggiar di un rivale che trasmetteva i sanguinosi suoi comandi dal sicuro asilo del Bisantino Palazzo. In qualunque guisa Cosroe potesse credersi provocato, egli mancò alla fede dei trattati: ed i giusti rimproveri di dissimulazione e di falsità non si possono occultare che dal lustro delle sue vittorie2. L’esercito persiano, raccolto nelle pianure di Babilonia, prudentemente evitò le città fortificate della Mesopotamia, e seguì la riva occidentale dell’Eufrate insino a che la piccola ma popolosa città di Dura ebbe l’ar-

  1. Ho fuso, in una breve diceria, le due orazioni degli Arsacidi dell’Armenia, e degli ambasciatori Goti. Procopio, nella sua istoria pubblica, sente e ci fa sentire che Giustiniano fu il vero autor della guerra. Persic. l. II c. 2, 3.
  2. L’invasione della Siria, la rovina di Antiochia, ecc., vengono raccontate regolarmente e per disteso da Procopio (Persic. l. II c. 5-14). Si può trarre qualche altro aiuto dagli Orientali. D’Herbelot (p. 680) avrebbe dovuto arrossire quando li biasima di far contemporanei Giustiniano e Nushirvan. Danville (l’Euphrate et le Tigre) spiega con chiarezza la geografia del teatro di quella guerra.