Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/167

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dell'impero romano cap. li. 161

ignari dell’arte e dello spirito della Storia1; ignorano le leggi della critica: quelle tra le lor opere che ebbero maggior fama, manchevoli d’ogni filosofia e del menomo sentimento di libertà, ponno compararsi alle cronache pubblicate a que’ giorni da’ Monaci. La Biblioteca Orientale, di cui andiam debitori ad un Francese2, istruirebbe il più dotto Muftì dell’oriente, e forse gli Arabi non trovereb-

    traducesse frettolosamente un manoscritto guasto, e la sua versione in fatti è piena zeppa di spropositi e di difetti di stile. 3. Historia compendiosa Dynastiarum a Gregorio Abulpharagio, interprete Edwardo Pocockio, in 4., Oxford, 1663. Essa è più utile alla storia letteraria che alla civile dell’oriente. 4. Abulfedae Annales Moslemici ad ann. hegyrae 406, a Jo. Jac. Reiske, in 4., Leipzig, 1754. La migliore è questa delle nostre cronache e per l’originale e per la versione, ma è molto inferiore alla fama d’Abulfeda. Sappiamo ch’egli scrisse a Hamah nel secolo quattordicesimo. I tre primi autori erano cristiani, e fiorirono nel decimo, duodecimo, e tredicesimo secolo. Nacquero i due primi in Egitto; l’un d’essi era patriarca de’ Melchiti, e l’altro uno scrittore Giacobita.

  1. Il Sig. di Guignes (Storia degli Unni, t. I, Prefaz. p. 19, 20) ha con esattezza e cognizion di causa fatto il carattere di due spezie di storici Arabi, del freddo analizzatore, e dell’oratore pomposo e tumido nello stile.
  2. Biblioteca orientale, del Sig. d’Herbelot, in folio, Parigi, 1697. Si consulti sul merito di questo pregevole autore il suo amico Thevenot (Viaggi in Levante, part. 1, c. 1). La sua opera è un tessuto di varietà che debbono andare a genio di tutti i gusti; ma non ho mai saputo tollerare l’ordine alfabetico da lui seguìto; e lo trovo poi più gradevole nella storia della Persia che in quella degli Arabi. Il supplimento aggiuntovi, da poco tempo in qua, coll’aiuto degli scritti de’ Sig. Visdelou e Galland (in folio, Aia, 1775) val meno d’assai. È un ammasso di novelle, di proverbi, di particolarità su le antichità cinesi.