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208 storia della decadenza

un esercito licenzioso che come sudditi li opprimeva, e li spregiava come stranieri1. Aveano i Saraceni posto campo sotto le mura d’Emesa, quando ebbero sentore di que’ grandi apparecchi, e benchè i capitani fossero ben risoluti al combattere, raunarono consiglio di guerra: voleva il pio Abu-Obeidah ricevere la corona del martirio in quel luogo medesimo: ma fu saggio avviso di Caled il fare una ritratta onorevole sulla frontiera della Palestina e dell’Arabia, ove potrebbe l’esercito attendere il soccorso degli amici, e l’assalto degli infedeli. Un corriere spedito a Medina ritornò prestamente colle benedizioni di Omar e di Alì, colle preghiere delle vedove del Profeta, e con un rinforzo di ottomila Musulmani. Questo piccolo drappello battè per via un distaccamento dei Greci, e arrivando a Yermuk, ove erano accampati i Saraceni, s’ebbero la lieta novella, che Caled avea già sbaragliato e disperso gli Arabi cristiani della tribù di Gassan. Nei dintorni di Bosra cadono a torrenti della montagna di Hermon le acque sulla pianura di Decapoli, ossia delle dieci città, e d’Hieromax, di cui si alterò il nome cangiandolo in quello di Yermuk dopo un breve corso si perde nel lago di Tiberiade2. Le sue sponde mal conosciute

  1. Ho letto in Tacito, o veramente in Grozio, questo passo: „Subjectos habent tanquam suos, viles tanquam alienos„. Alcuni ufficiali Greci rapirono la moglie e trucidarono il figlio di un Siro che li alloggiava; e allorchè questi osò farne doglianza, altro non fece Manuele che sorridere.
  2. V. Reland (Palestine, t. I, p. 272-283; t. II, p. 773-775). Questo dotto professore avea bene il modo di descriver la Terra Santa, poichè era conoscitore ad un tempo della letteratura greca e latina, dell’ebraica ed araba. Il Cellario