Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/221

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dell'impero romano cap. li. 215

zione della desolazione sta nel Luogo Santo„1. Si scontrarono insieme nella chiesa della Risurrezione all’ora della preghiera: ma non volle il Califfo far quivi le sue divozioni, e si contentò di orare sui gradini della chiesa di Costantino. Ragguagliò il Patriarca del prudente motivo che lo aveva determinato: „Se mi fossi arreso alle istanze vostre, gli disse, sarebbe avvenuto che col pretesto di imitare il mio esempio avrebbero un giorno i Musulmani rotto gli articoli del trattato„; ordinò che si edificasse una Moschea2 sul terreno per l’addietro occupato dal tempio di Salomone; e nei dieci giorni che passò a Gerusalemme, pose ordine anche per l’avvenire a ciò che per l’amministrazione della Sorìa si conveniva. Potea Medina temere non fosse il Califfo trattenuto dalla santità di Gerusalemme, o dalla vaghezza di

  1. Το βδελυγμα την ερημοσεως το ρηθεν δια Δανιηλ του προφωητου, εστως εν τοπω αγιω il lezzo della desolazione, indicato da Daniele profeta, entrato nel Luogo Santo. (Theoph. Chronogr., p. 281). Sofronio, un de’ teologi che comparvero più profondi nella controversia de’ Monoteliti, fece servire alla circostanza presente questa predizione che ad Antioco ed ai Romani era già stata applicata.
  2. Stando ai calcoli esatti del d’Anville (Dissert. sur l’ancienne Jérusalem, pag. 42-54), la moschea d’Omar, che fu ampliata ed abbellita dai Califfi suoi successori, ingombrava, sul terreno dell’antico tempio di Salomone ( παλαιον του μεγαλου ναου δαπεδον l’antico pavimento del gran tempio, dice Foca) uno spazio lungo duecento quindici, e largo centosettantadue tese. Il geografo di Nubia asserisce che questo magnifico edifizio per estensione e bellezza non era vinto che dalla gran moschea di Cordova (p. 113), dal signor Swinburne rappresentata con tanta eleganza qual è presentemente (Travels into Spain, p. 296-302).