Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/256

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dere d’aver perduta qualche verità importante, o qualche utile scoperta.

Amrou, nell’amministrazion dell’Egitto1, ebbe pure riguardo alle massime dell’equità e della politica, agli interessi del popolo credente difeso da Dio medesimo, e a quelli del popolo dell’Affrica protetto dal diritto delle genti. Nel disordine della conquista e d’un primo istante di libertà, avvenne che la tranquillità della provincia fosse turbata specialmente dalla lingua dei Cofti e dalla spada degli Arabi. Dichiarò Amrou ai Cofti che punirebbe doppiamente la fazione e la perfidia colla pena dei delatori, che riguarderebbe come suoi nemici personali, e coll’innalzamento dei cittadini innocenti cui si fosse tentato di perdere o soppiantare. Rammentò agli Arabi tutti i motivi di religione e d’onore che doveano impegnarli a sostenere la dignità del proprio carattere, a piacere a Dio ed al Califfo colla schiettezza e la moderazione, a risparmiare, a difendere un popolo che s’era fidato alla lor parola, ed a tenersi contenti alle luminose ricompense che aveano legittimamente ricevute in guiderdone della lor vit-

    ton (Reflexions on ancient and modern learning, p. 85-95) oppone su questa materia fortissime ragioni alle pungenti ed immaginarie asserzioni di Sir Will. Temple. I Greci aveano in tanto disprezzo la scienza dei Barbari, che probabilmente avran collocato nella Biblioteca Alessandrina pochi libri indiani o etiopici, e non è provato che questa esclusione sia stata una gran perdita per la filosofia.

  1. Il signor Ockley e i compilatori della storia universale moderna, tanto contenti della lor fatica, non hanno scoperto queste particolarità curiose ed autentiche riferite dal Murtadi (p. 284-289).