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266 storia della decadenza

coste dell’oceano, per trovar le conchiglie della porpora, poco s’innoltravano i Romani nelle parti meridionali. L’intrepido Akbah penetrò nell’interno delle terre, attraversò il deserto, ove i suoi successori innalzarono le belle capitali di Fez e di Marocco1, e finalmente giunse alla riva del mar Atlantico e alla frontiera del gran deserto. Il fiume di Sus discende dalla parte occidentale del monte Atlante come il Nilo, e fecondando il suolo dei contorni, si scarica in mare poco lontano dalle isole Canarie, o Fortunate. Abitavano le sue rive i Mori più grossolani, selvaggi senza leggi, senza disciplina, senza religione, i quali rimasero sbigottiti dall’invincibile forza degli Arabi; e poichè non possedevan nè oro, nè argento, la parte più preziosa del bottino, che fecero colà i Musulmani, si ridusse a un certo numero di belle schiave, alcune delle quali si vendettero sino per mille pezze d’oro. Sebbene la vista dell’oceano non raffreddasse lo zelo di Akbah, pure lo forzò ad arrestare i passi. Spinse egli il cavallo in mezzo all’onde del mare, e alzati gli occhi al cielo esclamò con tuono fanatico. „Gran Dio, se non fossi arrestato da questo mare, andrei sino ai regni ignoti dell’occidente predicando per via l’unità del tuo santo nome, e passando a fil di spada le nazioni ribelli che adorano altri Dei fuori

  1. Leone l’Affricano fol. 16 retro; Marmol, (t. II, p. 28). Trattasi spesso di questa provincia, che fu il primo teatro delle glorie e della grandezza dei Sceriffi, nella curiosa storia di questa dinastia registrata in fine del terzo volume della descrizione dell’Affrica del Marmol. Il terzo volume delle Ricerche storiche sui Mori, pubblicata recentemente a Parigi, spande molta luce sulla storia e la geografia dei regni di Fez, e di Marocco.