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quista dell’Affrica. Hassan, governator dell’Egitto, ebbe il comando delle soldatesche, e fu assegnato a questa impresa la rendita dell’Egitto, e quarantamila uomini. Aveano i Saraceni, nelle vicende della guerra, ora soggiogate or perdute le province interiori: ma la costa del mare era sempre occupata dai Greci: dai predecessori di Hassan era stato rispettato il nome e le fortificazioni di Cartagine, ed il numero dei suoi difensori s’era aumentato dagli abitanti di Cabes e di Tripoli che colà si erano ricoverati. Hassan fu più ardimentoso e più fortunato; ridusse a soggezione, e saccheggiò la metropoli dell’Affrica servendosi di scale per prenderla, come dicono gli storici, il che dà a credere che per un assalto egli risparmiò le noiose operazioni d’un assedio regolare. Ma non andò guari che la gioia dei vincitori fu turbata dalla giunta d’un rinforzo di Cristiani. Giovanni, prefetto e patrizio, abile e rinomato generale, imbarcò a Costantinopoli le forze dell’impero d’oriente1; fu raggiunto ben presto dalle navi e dai

  1. „Λεοντιος .... απαντα τα Ρωμαικα εξωπλισς πλοιμα ςτρατηγον τε επ’αυτοις Ιωαννην τον Πατρικιον εμπειρον των πολεμιων προχετρισαμενος προς Καρχηδονα κατα των Σαρακηνων εξεπεμψεν„ „Leonzio .... imbarcò tutte le forze romane, ed eletto per capitano di quelle il patrizio Giovanni pratico di guerra lo spedì a Cartagine contro de’ Saraceni„ (Niceforo, Constantinop. Breviar. p. 28). Il patriarca di Costantinopoli e Teofane (Chronogr. p. 309) hanno in poche parole rammentato quest’ultimo tentativo per soccorrer l’Affrica. Il Pagi (Critica t. III, p. 129-141) ha stabilita la Cronologia, confrontando esattamente gli storici Arabi e Bizantini che sovente si contraddicono per le epoche e pei fatti. V. pure una nota d’Ockley (p. 121).