Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XI.djvu/121

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dell'impero romano cap. lvi 115

de’ Franchi il valore de’ Saracini, comunque le squadre di Bisanzo avessero dianzi proibite le Fortezze e le coste dell’Italia a questi corsari; ma l’interesse sulla superstizione o il risentimento la vinse: e il califfo di Egitto spedì in soccorso del suo confederato cristiano quarantamila Musulmani. I successori di Basilio II1 si lasciarono persuadere che la conquista e la conservazione della Lombardia doveano unicamente alla giustizia delle proprie leggi, alla virtù de’ proprj ministri, alla gratitudine di un popolo liberato per essi dall’anarchia e dall’oppressione. Una sequela di ribellioni non potè a meno però di portar qualche lume sul vero stato delle cose alla Corte di Costantinopoli, sinchè poi la rapidità de’ buoni successi ottenuti dai venturieri normanni dileguasse affatto gli abbagli che l’adulazione aveva nudriti.

    Il signor di Saint-Marc osserva però giustamente (Abrégé chronolog., t. II, pag. 924) che in quel secolo i Capitanei non erano Capitani, ma solamente i Nobili di primo ordine, i grandi sottovassalli dell’Italia.

  1. Ου μονον δια πολεμων ακριβως ετεταγμενον το τοιουτον υπηγαγε το εθνος (i Lombardi) αλλα και αγχινοια χρησαμενος, και δικαισυνη και χρηστοτητι επιεικως τε τοις προσερχομενοις προσφερομενος και την ελευθεριαν αυτοις πασης τε δουλειας, και των αλλων φορολογικων χαριξομενος, non solamente con guerre saggiamente condotte assoggettò la nazione (i Lombardi); ma usando d’ingegno, e colla giustizia e l’indulgenza egualmente proferendosi a’ nuovi sudditi, e facendo lor grazia della libertà franca, da ogni servitù e dagli altri tributi usitati (Leone, Tattica, c. 15, pag. 741). La Cronaca di Benevento (t. II, part. I, p. 280) offre una idea ben diversa de’ Greci in que’ cinque anni (891-894) che Leone signoreggiò la città.