Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XI.djvu/131

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dell'impero romano cap. lvi 125

Quivi la fama de’ buoni successi ottenutisi dai nostri venturieri conduceva ogni anno nuove bande di pellegrini e soldati; i poveri spinti dalla necessità, i ricchi incoraggiati dalla speranza: e quanti eranvi uomini valorosi e intraprendenti nella Normandia, venivano a cercare ivi gloria e fortuna. Oltrechè la città independente di Aversa offeriva asilo a quegli abitanti de’ vicini paesi che posti eransi fuor della protezione delle leggi, e a chiunque avea potuto sottrarsi alla ingiustizia o alla giustizia de’ suoi superiori; ben tosto questi rifuggiti, i costumi, e la lingua della gallica Colonia adottarono. Il Conte Rainolfo fu il primo Capo de’ Normanni, nè v’ha chi ignori nella origine delle società essere il maggior grado, la ricompensa e la prova del maggior merito1.

[A. D. 1038] Dopo che gli Arabi conquistata aveano la Sicilia, gl’imperatori greci ad altro non aveano pensato, che ai modi di ricuperare questa bella provincia:

    dimento di Aversa, e de’ suoi dintorni, formandone una contea della quale conferì l’investitura a Rainolfo. (Hist. des republ. ital., t. I, p. 267). (Nota dell’Editore).

  1. V. il primo libro di Guglielmo Pugliese. Le descrizioni di questo scrittor di versi possono adattarsi a tutti gli sciami di Barbari e di Filibustieri.

    Si vicinorum quis PERNITIOSUS ad illos
    Confugiebat, eum gratanter suscipiebant,
    Moribus et lingua, quoscunque venire videbant,
    Informant propria; gens efficiatur ut una.

    e altrove quando parla de’ venturieri Normanni, in cotal guisa si esprime.

    Pars parat, exiguae vel opes aderant quia nullae;
    Pars quia de magnis majora subire volebant.