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144 storia della decadenza

fra loro; essere i Normanni difensori fedelissimi della Santa Sede, la lega di un principe offrir sicurezza maggiore che non la condotta capricciosa d’un Corpo aristocratico. Un sinodo di cento Vescovi essendosi a Melfi assembrato, il Conte interruppe una rilevante impresa per vegliare in persona alla sicurezza del romano Pontefice e per eseguirne i decreti. Questi, mosso da gratitudine e da politica, concedè a Roberto, e alla posterità di Roberto, il titolo di Ducanota, coll’investitura della Puglia e della Calabria, e di tutte le terre dell’Italia e della Sicilia, che dallo stesso Roberto ai Greci scismatici e agl’Infedeli saracini verrebbero toltenota. Il consenso del Papa potea ben giustificare le conquiste di Roberto, ma non compartirgli la facoltà di ordinare le cose a suo grado e senza consultare i voleri di un popolo libero e vincitore. Guiscardo non pubblicò la nuova sua dignità, che dopo avere colla presa di Cosenza e di Reggio illustrate nella successiva stagione campale le proprie armi. In mezzo all’entusiasmo che il suo trionfo inspirava, adunò le truppe, 1 2

  1. La storia del modo onde Roberto Guiscardo si procacciò il titolo di Duca è un argomento assai intralciato ed oscuro. Seguendo le giudiziose osservazioni del Giannone, del Muratori e del Saint-Marc, ho procurato narrarla nella maniera più coerente e meno inverisimile.
  2. Il Baronio (Annal. ecclesiast. A. D. 1059, n. 69) ha pubblicato l’Atto originale, ch’ei dice aver copiato dal Liber censuum, manoscritto del Vaticano. Ciò nondimeno il Muratori ha pubblicato (Antiq. med. aevi; t. V, p. 851-908) un Liber censuum, ove un tale atto non trovasi; e i nomi di Vaticano e Cardinale destano egualmente i sospetti d’un protestante e d’un filosofo.