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ove ben accolselo il padre, che ne conoscea il merito, e ne compiagnea l’infortunio.

[A. D. 1081] Di tutti i principi latini confederati di Alessio, e nemici di Roberto, il più poderoso e zelante era Enrico III, o IV Re d’Alemagna, e d’Italia, che divenne in appresso Imperator d’Occidente. La lettera che il Principe greco indirissegli1, abbonda di sentimenti di verace amicizia e del desiderio onde ardea di consolidare la scambievole lega con vincoli di famiglia, e politici. Congratulatosi con Enrico pei buoni successi da esso ottenuti in una giusta e santa guerra, querelasi perchè le audaci imprese de’ Normanni, la prosperità del suo impero hanno turbata. La nota de’ donativi inviatigli dalla Grecia ai costumi del secolo corrisponde: una corona d’oro guarnita di raggi, una croce da petto adorna di perle, una scatola di reliquie coi nomi e titoli de’ Santi cui perteneano, un vaso di cristallo, un vaso di Sardonica, balsamo, probabilmente della Mecca, e cento pezze di porpora; inoltre cenquarantaquattromila bisantini d’oro, con promessa di aggiugnerne altri dugento sedicimila, allorchè Enrico fosse venuto in armi sul territorio pugliese, e confermata, con giuramento, la loro confederazione con-

  1. Tutta questa lettera merita di essere letta (Alexias, l. III, p. 93, 94, 95). Il Ducange non ha intese le seguenti parole αστροπελεκυν δεδεμενον μετα χρυμαφις. Ho procurato di dar loro una interpretazione possibilmente plausibile: χρυμαφιου significa corona d’oro. Simone Porzio (in Lexico graeco-barbar.) dice che ασροπελεκυς equivale a κεραυνος, πρηστηρ, lampo.