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bandonati, o perduti. I trionfi di Scipione e di Belisario, hanno dimostrato non essere nè inaccessibile nè invincibile l’Affrica; pur grandi principi della Cristianità che possono gloriarsi della rapidità di loro conquiste, e della loro dominazione sulla Spagna, nel volersi armar contra i Mori incagliarono.

Dopo la morte di Roberto Guiscardo, i Normanni dimenticarono per sessanta anni i lor divisamenti sull’Impero di Costantinopoli. L’accorto Ruggero sollecitò, appo i greci principi, alleanze politiche e domestiche, che meglio il suo titolo di Re rialzassero; e chiesta in nozze una donzella della famiglia Comnena, le prime negoziazioni un esito favorevole prometteano. [A. D. 1146] Ma il disprezzo con cui vennero accolti gli ambasciatori di Sicilia in Costantinopoli, irritò la vanità di Ruggero, e, giusta le leggi delle nazioni, un popolo innocente portò la pena dell’alterigia della Corte di Bisanzo1. L’ammiraglio siciliano, Giorgio, passò dinanzi a Corfù con una squadra di settanta galere. Poco affezionati alla Corte che governavali, e istrutti dall’esperienza che un tributo è meno disastroso ancor d’un assedio, quegli abitanti, posero la capitale e l’isola intera nelle mani de’ conquistatori. Durante siffatta invasione, non indifferente negli annali del commercio, i Normanni si diffusero sul Mediterranneo e sulle province della Grecia; nè la ri-

  1. Al silenzio degli Storici siciliani, che finiscono troppo presto, o cominciano troppo tardi, possono supplire Ottone di Fraysingen (De gest. Freder. I, l. I, c. 33, in Muratori, Scriptor., t. VI, pag. 668), il veneziano Andrea Dandolo (Id., t. XII, p. 282, 283) e gli Autori greci, Cinnamo (l. III, c. 2-5) e Niceta (in Manuel. l. II, c. 1-6).