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288 storia della decadenza

Siriaci1, degli Arabi2, de’ Greci3, de’ Russi4, de’ Polacchi5, degli Ungaresi6, e dei

  1. Gengis-kan e i primi suoi successori tengono verso il fine la nona dinastia di Abulfaragio (Vers. Pococke, Oxford, 1663, in 4); la decima dinastia è quella dei Mongulli di Persia. L’Assemani, Bibl. orient., t. II, ha tolti alcuni fatti dai suoi scritti siriaci e dalla vita de’ Mafriani, giacobiti o primati dell’Oriente.
  2. Fra gli Arabi, tali di lingua e di religione, merita di essere distinto Abulfeda, Sultano di Hamà nella Sorìa, che combattè in persona contro i Mongulli, seguendo le bandiere dei Mammalucchi.
  3. Niceforo Gregoras (l. II, c. 5, 6) intendendo la necessità di collegare la storia degli Sciti con quella di Bisanzo, ha descritto con eleganza ed esattezza i costumi de’ Mongulli dal momento che si stanziarono nella Persia, ma non si mostra istrutto della loro origine, e altera i nomi di Gengis e de’ suoi figli.
  4. Il Signor Levesque (Hist. de Russie, t. II) ha narrata la conquista della Russia operata dai Tartari, sulle tracce del patriarca Nicone e delle Cronache antiche.
  5. Quanto alla Polonia, mi basta la Sarmatia Asiatica et Europaea, di Mattia di Micou, o Michovia, medico e canonico di Cracovia (A. D. 1506), inserita nel Novus Orbis di Grineo (Fabricius, Bibl. lat. mediae et infimae aetatis, t. V, p. 56).
  6. Citerei Turoczio, il più antico scrittore di questa Storia generale (parte 2, c. 74, p. 150) nel primo volume dei Scriptor. rerum hungaricarum, se questo stesso volume non contenesse l’originale racconto di un contemporaneo che fu testimonio e vittima dell’invasione de’ Tartari (M. Rogerii Hungari, varidiensis capituli canonici, carmen miserabile, seu Historia super destructionem regni Hungariae, temporibus Belae IV regis per Tartaros facta, pag. 292-321); pittura eccellente, fra quante io ne conosca, delle circostanze che alla invasione de’ Barbari vanno congiunte.