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112 storia della decadenza

Molto avrebbe rilevato all’orgoglio, o alla crudeltà di Maometto, il poter aver tra le mani il Legato di Roma. Ma il Cardinale Isidoro pervenne a fuggire da Galata sotto l’abito d’un uom del volgo1; perchè le navi italiane padroneggiavano sempre la catena e l’ingresso del porto esterno. Dopo essersi segnalati per valore que’ condottieri, finchè durato era l’assedio, profittarono, per salvarsi, dell’istante in cui il saccheggio della città dava divagamento alle ciurme de’ Turchi. Sull’atto di salpare, videro coperta di supplichevoli turbe la spiaggia, ma caricarsi non poteano del trasporto di tanti infelici; i Veneziani e i Genovesi tracelsero i loro compatriotti; e gli abitanti di Galata, senza fidarsi alle promesse che avea fatte ai medesimi Maometto, abbandonarono le proprie case portando seco quanto aveano di più prezioso.

Nel dipingere il saccheggio delle grandi città, lo Storico si vede condannato agli uniformi racconti di infortunj, sempre i medesimi; perchè le stesse passioni producono gli stessi effetti, e quando queste non hanno più freno, oh come poco l’uom, venuto

    dopo averlo in più d’un luogo vilipeso, come il più corrotto e il più barbaro de’ tiranni.

  1. I Comentarj di Pio II, suppongono che Isidoro mettesse il suo cappello di Cardinale sulla testa d’un morto; che questa testa venisse recisa e portata in trionfo, intanto che il padrone vero del cappello, era contrattato, venduto, e liberato, come un prigioniero di poco prezzo. La grande Cronaca dei Belgi orna di nuove avventure la fuga d’Isidoro. Ma questi (dice Spondano, A. D. 1453, n. 15), le tacque nelle sue lettere, per paura di perdere il merito e la ricompensa di avere sofferto per Gesù Cristo.