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del rinnovamento civile d'italia |
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del governo si considera come dotata di un valore assoluto, non relativo, e come capace di compita eccellenza; cosicché ogni volta che un popolo è infelice, se ne reca tutta la colpa agli ordini governativi e si cerca la medicina del male nel mutarli. Benché questo falso aforismo invalga principalmente tra i democratici, non è però che i conservatori ne sieno netti, salvo che questi conferiscono al dominio di un solo la prerogativa data da quelli allo Stato di popolo. Fondati su tal principio, i conservatori francesi vogliono ora tirar la repubblica a monarchia, come molti democratici italiani del quarantotto e del quarantanove s’ingegnavano di trarre la monarchia a repubblica. Il che arguisce negli uni e negli altri ingegno puerile o studio fazioso, perché gli uomini di polso sono indifferenti alla forma delle cose e guardano alla sostanza; onde ogni volta che gli ordini vigenti sono almen tollerabili, essi non pensano a mutarli, ma a migliorarli e a cavarne quella maggior copia di beni civili che permettono i tempi. Pochi errori nocquero tanto da un mezzo secolo in qua ai progressi dell’incivilimento; onde un illustre scrittore non sospetto diceva alcuni anni sono che «la repubblica e tutte le utopie sociali, politiche e religiose, le quali disprezzano i fatti e la critica, sono il maggiore ostacolo che si frapponga al progresso»1. Ma la voga di questo sofisma non dee far meraviglia, perché agli spiriti superficiali la scorza sensata degli esseri è tutto, il midollo invisibile è niente. Ora la costituzione del governo, come cosa che dá negli occhi ed ha un grande apparato, è scorta da ciascheduno; dove che le disposizioni interne e morali, le abitudini civili degli uomini, nel che risiede propriamente il genio e il valore degli Stati e dei popoli, non cadono sotto i sensi e pochi le raffigurano. Oltre che, gl’intelletti frivoli e leggeri imputano al governo cosí i vizi particolari di coloro che lo amministrano, come i difetti universali della natura e delle cose umane: tanto che vedendo gli errori del principato si volgono alla repubblica, osservando quelli della repubblica ricorrono al principato, senza
- ↑ Proudhon, Système des contradictions économiques, Paris, 1846, t. i, p. 245.