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174 del rinnovamento civile d'italia


spontaneitá dello spirito umano, quando ogni potenza naturale contiene coi germi del suo esplicamento il tenore di esso e la misura del tempo richiesto a operarlo; cosicché ella è, per modo di dire, il termometro e il cronometro di se stessa. Come si vede negli animali, nelle piante e in tutta la natura organica, dove i conati artificiosi per allentare o accelerar gl’incrementi non sogliono fare buona prova e durevole. Medesimamente gli animi e le idee, che sono le forze fattive della civiltá in ordine al soggetto e all’oggetto, hanno in se medesimi l’elaterio e l’oriuolo che governa le loro movenze, contro i quali la violenza e l’arte riescono inutili. L’abitudine è invitta non meno della natura, anzi piú per un certo rispetto; atteso che questa in universale è la prima abitudine dei corpi, dove che quella è la seconda natura degli spiriti. Avverte il Pallavicino che «gli abiti del corpo in ciò dissomigliano da quei dell’animo: che gli uni per l’uso si consumano, gli altri si accrescono»1. L’addimesticatura troppo celere dei popoli selvaggi gl’inselvatichisce vie piú, come la raffinatura avacciata dei civili gl’imbarberisce. Ma come conoscere la giusta misura del progresso? Mediante quel senso pratico che rivela la realtá, cioè il vero stato delle cose, degli uomini, dei luoghi, dei tempi; il qual senso, ingenito da natura, viene educato dall’esperienza propria e dalla cognizion della storia, quasi esperienza aliena e preterita, coll’aiuto delle quali si dissipano i sogni dell’avvenire e del presente e si toglie ogni credito alle fantasie dei secoli antichi.

Alla legge di gradazione se ne attiene un’altra che io chiamerei «di proporzione», intendendo sotto questo nome la convenienza che il progresso dee avere colle qualitá dei popoli in cui succede, e la ragione speciale della sua corrispondenza con quello degli altri popoli. Notavamo testé che ai dí nostri gli ordini politici di uno Stato non possono differire sostanzialmente da quelli de’ suoi finitimi, e altrettanto si può dire degl’incrementi civili in universale. Da ciò nasce l’istinto imitativo,

  1. Perf. crist., ii, 12.