Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 1, 1911 - BEIC 1832099.djvu/223

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libro primo - capitolo nono 217


Certo questa separazione fu illegittima in se stessa, contraria al bene comune e agl’interessi medesimi della Sicilia. Legittima non può mai essere la rivolta di una parte contro il tutto, di una provincia contro lo Stato, di un popolo verso la nazione e la patria universale. La nazionalitá dei siciliani non è sicula ma italica, atteso che per ragione di lingua, di stirpe, di postura, di mole, essi sono un membro d’Italia e non fanno un corpo da se medesimi. La loro italianitá effettuale è un fatto positivo che non può essere annullato dall’arbitrio di nessuno, stante che la volontá dei popoli non è autorevole se non è ragionevole, e tale non può dirsi se non si conforma alla natura immutabile delle cose. Ancorché l’Italia peninsulare decretasse unanime che i siculi non sono italici, essi continuerebbero a esser tali a dispetto di tutto il mondo, perché i decreti non hanno forza contro le ragioni geografiche ed etnografiche. Tanto è giusto e dicevole il collocar la Sicilia fuori d’Italia quanto sarebbe il costituir l’Italia fuori di Europa e questa del globo terracqueo. Molto meno adunque lo svincolarsi era lecito contro il volere d’Italia, e scegliere a tal effetto l’ora suprema in cui per dar opera alla redenzione patria uopo era ristringere i nodi in vece di scioglierli o debilitarli. Il bene d’Italia richiede che gli stranieri non crescano di potenza nelle sue marine e che la Sicilia non abbia la sorte di Malta e della Corsica, come avverrebbe tosto o tardi se dalla penisola si separasse, non potendo uno Stato piccolo mantenere l’autonomia propria contro i forti che lo appetiscono. Cosicché una Sicilia disgiunta da Napoli sarebbe a poco andare una Sicilia forestiera, e frapporrebbe un nuovo ostacolo a quel grado che l’Italia redenta può giustamente sperare e promettersi come potenza marittima e regina del Mediterraneo. Il bene d’Italia richiede la maggiore unione possibile tra le sue provincie, e il suo progresso civile e nazionale versa principalmente nel diminuire le divisioni antiche, pogniamo che ad un tratto non possano cancellarsi. Or chi non vede che il divorzio dei siciliani farebbe il contrario effetto? e che quindi, non che essere un progresso, sarebbe un ritorno peggiorato alle condizioni del medio evo?