Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/353

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La trascuranza della lega francese fu uno degli errori commessi nel Risorgimento ed ebbe effetti nocevoli. Appena scoppiata la rivoluzione di febbraio, io proposi essa lega e la sollecitai cogli scritti W ; ma le mie parole, secondo il solito, furono sparse al vento. Ora oggi è chiaro che mediante la compagnia francese il governo subalpino avrebbe avuto piú autoritá ed influenza nelle cose d’Italia, l’esercito piú lena e coraggio, l’Austria meno durezza, i retrogradi e i puritani meno audacia, e in caso di disastro il soccorso di Francia sarebbe stato piú pronto e sicuro. E anche ponendo che nel quarantotto le cose sortissero il corso che ebbero in effetto, l’intervento del Piemonte nella bassa Italia era assicurato da tale alleanza e bastava a salvare gli ordini costituzionali della penisola. Che se ora lo stringersi a uno Stato i cui rettori se la intendono coi nostri nemici, quando pure fosse fattibile, sarebbe indecoroso e nocivo per le ragioni soprallegate, cesserá questo impedimento come prima la francese repubblica migliori le sue condizioni. Nel caso che ciò succeda senza tumulti, l’alleanza subalpina non dovrebbe avere malagevolezza; perché facciamo che l’assemblea novella sia di cuore repubblicana e il governo abbia un capo conforme: chi non vede che, profferendosi loro il Piemonte per alleato ed amico, sarebbe stoltezza il ricusarlo? come sarebbe demenza dal canto di esso Piemonte, se, esitando, procrastinando e non sapendosi risolvere come nel quarantotto, o lasciandosi aggirare dai diplomatici, trascurasse di cogliere prontamente tale opportunitá di mettere in sicuro le proprie istituzioni. Dove poi Io scioglimento del nodo si faccia per via di crisi, toccherá ai rettori sardi il vincere coll’energia delle ragioni e delle sollecitazioni quegli ostacoli che il genio di certe sètte e le antiche abitudini potranno destare e nutrire nei nuovi governi di Francia. Ma, per farsela amica, piú ancora delle parole gioverá l’opera, se si avrá cura di troncare col fatto le ambagi e le disdette, soggiogando le immaginazioni coll’audacia e la grandezza dell’assunto medesimo. Dovrá il Piemonte imitare Giulio pontefice,

(1) Operette politiche, t. li, pp. 27, 28, 31, 34, 35, 36, 52.