Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/55

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ragione o torto il Lamennais, il Girardin, il Comte e altri valentuomini che credono il contrario o ne dubitano. Ai quali precorse di vent’anni il nostro Carlo Botta, scrivendo: «La triaca delle assemblee popolari e numerose e pubbliche non riuscire a ostro, dove il sole splende con forza e pruovano bene gli aranci» b). Non può negarsi che la storia del nostro Risorgimento non dia qualche peso a tal opinione, che io combattei in addietro, quando meglio speravo del senno italico. Né vi ha dubbio che se nel Rinnovamento gli errori di quello s’iterassero, la causa nostra sarebbe perduta per lungo tempo. Giova dunque il notare e mettere in luce i vizi delle assemblee, non solo affinché al possibile si emendino, ma per cavarne questa conclusione di gran rilievo: che il Rinnovamento italiano (in qualunque modo succeda) dovrá fondarsi assai piú nei magistrati esecutivi che nei consessi pubblici. Questi potranno aiutare; ma da quelli soltanto dovrá nascere lá salute, se gli uomini piú capaci saranno eletti a comporli. Al che non parmi che avvertano molti, i quali anche oggi non discorrono d’altro che di «Costituenti», laddove questo solo nome dovrebbe ricordar loro le vergogne e i disastri dei passati anni. Oh ! facciasi senno una volta e gl’infortuni sofferti non sieno sterili, perché qui non si tratta di beni e di acquisti secondari, ma di avere una patria o di perderla, di vita o di morte, di gloria o d’ infamia sempiterna.

Anche nei tempi ordinari i parlamenti non provano se escono dai termini loro e vogliono, oltre a fare le leggi, ingerirsi nelle faccende. Le quali richieggono contezza di mille particolari, che non sono, né possono né debbono, esser noti al pubblico: spesso abbisognano di secretezza, e sempre di unitá, di prestezza, di vigore; laddove le risoluzioni delle assemblee sono palesi, i loro moti tardi, il tempo da fare esse lo sciupano in esitazioni e discorsi, e lo tolgono anco a chi regge, con grave danno, perché chi consuma i giorni parlando, perde il taglio di operare. «Dies

(i) Storia d’Italia continuata da quella del Guicciardini, 50.

Y. Gioberti, Del rinnovamento civile d’Italia -ni.

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