Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/64

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dei casi che si preparano. Gli studi austeri, in vece di debilitare il nostro vigore, l’accresceranno; e ingagliarditi dalla palestra del pensiero, entreremo piú baldi e sicuri in quella delle operazioni.

A ciò debbono attendere i privati e i governi. Quando dico «governi», egli è chiaro che io parlo di quello del Piemonte, perché solo è civile e perché, se vuole apprestarsi all’egemonia nazionale (cosa in vero poco sperabile), a lui tocca principalmente l’imitar Paolo Emilio, che «teneva il vincere i nemici quasi per un accessorio del bene ammaestrare i cittadini» b). L’instruzione pubblica è di tre specie: l’una elementare, universale, appartenente alla plebe e al primo tirocinio di tutti i cittadini; l’altra mezzana, piú esquisita e propria della classe colta; l’ultima sublime, destinata agl’ingegni grandi e ai pochi dotti di professione, che attendono di proposito non solo a coltivare e insegnare ma ad accrescere il capitale delle dottrine. Oggi molti democratici reputano la terza specie d’ instruzione men rilevante della seconda, e questa manco della prima, collocando l’ufficio principale del governo nel volgarizzare la scienza. Alcuni conservatori all’incontro, procedendo a rovescio, non solo assegnano l’ultimo luogo alla disciplina della plebe, ma la guardano di mal occhio e la disfavoriscono quasi fosse pericolosa, mirando a fare delle cognizioni un privilegio di pochi. Gli uni e gli altri s’ingannano, quando le tre qualitá d’insegnamento sono pari e importano egualmente: tra perché ciascuna delle due subordinate presuppone la superiore, e questa è inutile senza di esse (a che infatti gioverebbe la scienza consumata di pochissimi, se il resto degli uomini fosse ingolfata nell’ignoranza?); e perché solo dal concorso di tutte può nascere la mentalitá del popolo, l’union morale e il progresso civile della nazione. Qual è infatti il vincolo per cui gl’individui ed i ceti si legano insieme, se non lo spirito? e questa unitá di spirito in che modo può darsi senza comunanza d’idee e d’ instruzione? Le idee

(i) Plut., Paul. Em., 3.