Pagina:Giosuè Borsi - Lettere dal fronte, 1918.djvu/38

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dati: un portento che si direbbe impossibile, a vedere che razza di strada hanno saputo percorrere.

Siamo arrivati al Comando di brigata, in un paese che, due giorni dopo il nostro passaggio, è stato bombardato senza nessuna efficacia dalle artiglierie austriache. Mentre si passava attraverso un accampamento di territoriali, abbiamo sentito di lontano i primi rombi delle nostre batterie antiaeree, che stavano sparando contro un aeroplano nemico. Si vedevano su in cielo le nuvolette degli scoppi degli shrapnells, intorno all’apparecchio in fuga. Non è facile far cadere un aeroplano, specialmente quando vola molto alto, eppure anche l’altro ieri i nostri hanno abbattuto un biplano austriaco, che mi ero visto passare sul capo mezz’ora prima. Non si può negare che gli aviatori austriaci son pieni di sangue freddo, d’audacia, e continuano a volteggiare imperterriti anche mentre son presi di mira da tutte le parti, ma però coi nostri non c’è confronto. I nostri hanno degli ardimenti raccapriccianti, volano basso, vanno e vengono, operano e fanno il loro comodo, come se nulla fosse. Inoltre i