Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. I.djvu/373

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Del Gemelli. 339

che il meno, che pensava era di fare il suo dovere: e se io non avessi fatta la risoluzione di lasciar simil bestia, sarei stato ancora languendo per quelle spiaggie, e sarebbesi rotto affatto il filo del mio disegnato viaggio.

Non prima del Venerdì 5. potemmo far vela a cagion del mal tempo. Giugnemmo con tutto ciò a buon’ora al Castello di Natolia, dove ci fermammo, perche il vento forte avea mosso una gran marea. La notte mi convenne dormire nella nave; onde la mattina del Sabato 6. non potendo più soffrire il disagio del Mare, con tutto che il paese fusse coperto di più palmi di neve, volli scendere a terra. Andato dal V. Consolo Francese, che ivi facea residenza, trovai un’uomo villano affatto, e discortese; che mi fece molte interrogazioni impertinenti, ed alla fine mi menò all’Agà del Castello, dandogli pessima relazione di me, e dicendogli: che io mi era finto Francese, ma in fatti non potea essere, che un qualche Frate; avvalorando la sua conghiettura dal vedermi, per lo freddo grande coperto d’un mantello fratesco; di maniera tale, che io forte dubbitava non rimanessi carcerato. L’Agà nondimeno


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