Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. II.djvu/359

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Del Gemelli. 325

quanto oprino barbaramente i Mori nelle altre cose, se pongono al governo d’un vascello, contenente tutti i loro averi e vite, in mano d’un Tabaccaro. Questa considerazione appunto fu quella, che non fece venire con noi il Padre Francesco, avvegnache molto ne fusse pregato dal padron del vascello. Or vedendo il Capitano la poca sperienza del Piloto (che non faceva altro, che arare il Mare, senza conoscere qual cammino dovesse tenere) venne con grande amplificazion di parole a dirmi: che per amor mio avea ripigliato il cammino dell’Indie; e che perciò mirassi, se il vascello andava bene. Gli risposi io di nò: e che il vecchio Piloto avendo tutto il dì mangiato oppio, per aggiungere stupidità a quella degli anni, calate le due gabbie, andava di notte con la prora a terra, portandoci certamente a rompere in qualche scoglio: quindi se non volea farci perire, era necessario, che si piegassero le vele, e si voltasse la prora in Mare. Così appunto egli ordinò, facendo dare al vento la vela di gabbia dell’albero grande, e’l trinchetto: e ciò fatto mi pregò, che assistessi alla bussola, e governo della nave; perche oltre la temenza, che


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