Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. II.djvu/367

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Del Gemelli. 333

nuto da me, per sapere quello che prometteva, risposi; che non voleva dargli nulla, perché meritava più gastigo, che premio: conoscendo io molto bene, che la Terra che vedevamo, non era altrimente quella, ch’egli si persuadeva.

L’istesso giorno scopertasi una grossa barca, si diede un falso all’arme da’ soldati Arabi del nostro picciol vascello; (alla prora del quale si fece per tal cagione un parapetto di gomene ligate a modo di muro, per tenergli al coperto) e si caricarono i dieci piccioli pezzi di artiglieria; però avanzandosi la oscurità della notte, la perdemmo di vista. Voleva già il Piloto piegar le vele, per dar fondo, ma io feci che il Capitano ciò non permettesse, per lo sospetto così della veduta barca, come de’ Corsali, da’ quali tutta la Costa è infettata. Stemmo in calma il Venerdì ultimo del 1694. non molto lunge da terra.

Il Sabato primo del 1695. avvicinatici con vento favorevole, sulla falsa credenza, che stassimo in paese di Portughesi, si mandò lo schifo per riconoscerla. Io che poco curava de’ pericoli per soddisfare la curiosità, inconsideratamente mi posi nei medesimo, così per vede-


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