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Giuochi di corsa. 161

cui è fatto. E cosi ora si chiama: a Firenze, La Guerra o Guerra francese — in Sicilia, A li Palazzi o A li Paladini — in Calabria, I Prigionieri — nelle Marche, A Bosco — nell’Umbria, I Castelli — a Venezia, I S’ciavi (gli schiavi) — a Milano, A Bara — nel Monferrato, La Barra — in Piemonte, Bara rota.

Ha conservato il suo nome: a Mantova, Zugar a la Poma — a Verona: A Poma — e in altre parti del Veneto.

Anche il Gherardini1 e il Cherubini2 confermano che il giuoco del Pome corrisponde a questo della Guerra, che ha tanta varietà di nomi.


II. PREPARATIVI.

1. Il luogo. (Tavola XX fig. 1, pag. 141).

Il campo per questo giuoco è di forma rettanlare: la sua lunghezza è proporzionata all’età dei giocatori e può variare dai 30 ai 60 m. Davanti ad ogni lato corto del rettangolo é tirata una linea, EF-GH, che si chiama sbarra o bomba; e dalla parte destra dei giocatori perpendicolarmente ad ogni sbarra, v’è un tratto di linea, IL-MN, detta linea dei prigionieri. Si avverte che le sbarre non corrispondono alla larghezza del campo AB e CD, ma sono un po' più lunghe della linea occupata da ogni partito di giocatori disposti in riga a pochi centimetri d’intervallo.

Nel piano del giuoco oltre al quadro principale



  1. Giov. Gherardini. — Supplementi a’ Vocabolari italiani — Milano 1862.
  2. F. Cherubini. Op. cit.
Gabrielli 11