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III. IL GIUOCO DEL PALLONE


Spettacolo giocondo!
     Trasvolare dell’aria ampio sentiero
     Cuoio grave ritondo,
     In cui soffio di vento è prigioniero;
     Lui precorre leggiero
     Il giocator, mentr’ei ne vien dall’alto;
     E col braccio guernito
     D’orrido legno lo percuote ardito,
     E rimbombando lo respinge in alto.


G. Chiabrera — (an. 1618)1.


I. INTRODUZIONE.


Non è certo che il follis dei Romani, fatto di cuoio sottile, detto aluta2, fosse giocato come il Pallone; anzi Marziale chiamò il follis “trastullo da vecchi e da fanciulli„3.

È però certo che il giuoco del Pallone è di data molto antica e fu popolarissimo in Italia.

Dall’opera dello Scaino 4 risulta che nel 500 il giuoco del Pallone facevasi press’a poco come ai nostri giorni:


  1. Gabr. Chiabrera (1552-1637), Ode per lo giuoco del Pallone, ordinato in Firenze dal Granduca Cosimo II, l’anno 1618.
  2. Citaz. del Mercuriali: De art. g. Lib. 2, cap. 5.
  3. Marziale, Lib. 14, Ep. 48.
  4. A. Scaino, op. cit.