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106 | gli sposi promessi - tomo i |
non ne avesse prima di quell’infelice colloquio. Le parole di sicurezza ch’egli aveva dette a D. Rodrigo non 1 erano 2 state un’arte per atterrir l’avversario: esprimevano un sentimento,3 sincero e distinto. Gli pareva che la superbia e l’iniquità di D. Rodrigo fossero salite a quell’altezza, dove la provvidenza le arresta, e le rovina. Questi calcoli riescono spesse volte fallaci, e 4 l’ingiustizia a questo mondo talvolta sale, sale, sale 5... quando si crede che sia giunta al colmo, non possa 6 che precipitare; ma Fra Cristoforo la pensava così come abbiam detto; e 7 sperava più che mai che 8 la cosa si terminerebbe con una uscita inaspettata e favorevole all’innocenza.9 Ma quale uscita? Non avrebb’egli saputo dirlo: ma credeva confusamente che una se ne troverebbe.
Quand’ebbe chiusa dietro sé la portiera, vide nella stanza dov’entrava, e che riusciva 10 nel cortile, vide una persona che si andava tirando pian piano dietro la parete come per non esser veduta dalla stanza del colloquio; e s’accorse che era un servo il quale era stato ad origliare, e 11 continuò a camminare senza far vista di nulla, per uscir nel cortile. Ma il servo fattoglisi vicino gli disse sottovoce: «padre, ho inteso tutto, e le vorrei parlare.»
«Dite tosto.» 12«Non posso qui: guai se il padrone o altri mi sorprende. Ma io so tante cose, e 13 non mi regge la coscienza né il cuore... Vedrò di venir domani al suo convento.»
«Dio vi benedica; ma intanto?»
«Non si farà nulla prima. Vada. Vada.»
«Dio vi ricompenserà: 14 io non uscirò domani, e mi troverete certamente.»
«Vada, vada per amor del Cielo, e non mi tradisca.»
Il volto del buon frate rispose a queste parole più chiaro che non avrebbe potuto qualunque discorso; 15 il servo rimase e il padre usci nel cortile, quindi nella via, e respirò più liberamente quando si vide fuori di quella caverna. L’inaspettata proposta del servo confermò e crebbe la