Pagina:Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu/198

Da Wikisource.
192 werther.

E Alberto... insomma, è tempo — e me n’andrò.


10 settembre.

Che notte, Guglielmo! che orribil notte! — Ora io sento che sosterrò ogni cosa. Non la vedrò più, o Guglielmo! Deh, perchè non mi è dato di volare al tuo collo, di esprimerti con mille lagrime, e mille battiti, le sensazioni che mi fanno assedio intorno al cuore! Sono qui, colle labbra arse, con un’afa di spirito che mi affoga — e schiudo la bocca, avido d’uno spiro di brezza. E intanto aspetto, palpitando, la luce del crepuscolo: i cavalli saranno qui all’albeggiare.

Ah, ella dorme, a quest’ora! ella dorme tranquillamente e non sa ch’ella non mi rivedrà più mai! Mi sono schiodato: ho avuto forza