Pagina:Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu/244

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allorchè appare sull’uscio la signorina B***. Io, che al vederla, mi sento sempre un tal po’ di tuffo involontario al cuore, mi fermo, bado che s’adagi, e vo a rincantucciarmi dietro la sua seggiola. Se non che, di lì a poco, m’accorgo ch’ella m’indirizza la parola con minore espansione del solito, anzi con manifesto imbarazzo. Il caso mi fe’ senso. Che la sarebbe anch’essa come tutta l’altra gente? pensai tra me. Mi sentiva punto, e avevo in animo d’andarmene; nondimeno rimasi, perchè avrei voluto scusarla, e credevo d’ingannarmi, e speravo il sollievo di qualche dolce parola, e... non so nemmen che cos’altro. Frattanto la comitiva cresce, la sala s’empie. V’era il barone F***, rabbatuffolato in un armadio de’ tempi di Francesco I;