Pagina:Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu/252

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potessi mover quasi parola in vostra difesa.»

Ogni verbo di quella giovinetta m’entrava acuto nel cuore come la punta d’una daga. Non sapea la meschina quanto sarebbe stato maggior pietà l’occultarmi una tanta piaga; chè anzi soggiunse, com’io era fatto segno ai motteggi di tutti, e come certa sorta di gente odiosissima avrebbe finito a menarne vampo, a punirmi colle sue risa del mio orgoglio, del mio disprezzo per gli altri, ch’ei, da gran tempo, mi rinfacciano tra loro. Udir tutto questo, o Guglielmo, dalle sue labbra, coll’accento del più sincero interesse!... Ero sbalordito — e fremo ancor tutto dentro di me. Oh, perchè non osa l’un d’essi affrontarmi a visiera alzata! Mi pare che un po’ di san-