Pagina:Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu/31

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uno di codesti scarafaggi per poter tuffarmi a mia posta in questo pelago di fragranze — e cercarvi il mio alimento.

Quanto alla città, ella è per sè stessa disaggradevole; ma, all’incontro, che ineffabile bellezza ha sparso la natura ne’ suoi dintorni! Furono queste attrattive che indussero il conte di M*** a piantare il suo giardino sopra uno di questi colli, che con sì leggiadra varietà s’intrecciano e formano i più deliziosi valloncelli. Il giardino è semplice; tu senti, al primo entrarvi, che non era la scienza che presiedeva al suo disegno, ma sì un cuor tenero che qui voleva godere di sè stesso. Quante lagrime non ho io versate sulla memoria del trapassato, in quel cadente gabinetto, ch’era un giorno il suo luogo fa-