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118 GOGOL


Poi, le apparvero in volto lacrime ed ansie.

— Il cuore di mio padre è lontano; non può raggiungerlo. Il suo cuore è fatto di ferro; una vedma glie lo ha fucinato nel foco dell’inferno. Perchè mio padre non viene? non sa ch’è venuta l’ora della sua morte? Vedo: vuole che vada io stessa...

E senza finire, scoppiò a ridere in modo spaventevole.

— Mi è venuta in mente un’allegra storiella; or mi ricordo come hanno seppellito mio marito. Sapete che lo hanno sotterrato vivo?... Che follia di riso mi ha preso allora! Ascoltate, ascoltate!

E invece di parlare, prese a intonare una canzone, a mescolare arie gioconde e tristi, accompagnate da parole prive di senso.

Son già tre giorni ormai che vive nella sua casa, senza voler sentir parlar di Kiev, senza pregare, fuggendo la gente, errando da mattina a sera nella cupa foresta. Le spine le graffiano la faccia e le spalle; il vento le arruffa i riccioli intrecciati; le foglie d’autunno le crepitano sotto i piedi; ma lei non bada a niente. Nell’ora che scende il crepuscolo, quando non brillano ancora le stelle e non è sorta la luna, è già pauroso l’andar nella foresta: in quei momento, i bambini non battezzati si graffiano, si afferrano alle ramaglie, singhiozzando, ridono, si rotolano a palla pei sentieri e per le ortiche; dalle onde del Dnepr sfuggono a stuoli le anime perdute delle fanciulle; scendon dalla lor testa verde le chiome sulle spalle; scorre mormorando l’acqua da’ lunghi suoi capelli e la giovinetta luce traverso il flutto come traverso una camicia di vetro; le ridon le labbra argute, le fiammeggian le gote, gli occhi attiran l’anima... L’anima umana si sente arder d’amore, vuol baciare avidamente... Fuggi, uomo battezzato!... Quelle labbra, son ghiaccio; il suo letto, è l’acqua fredda; lei ti farà morire sotto le sue carezze e ti trascinerà sulla riviera.

Caterina non guarda niente; la povera pazza non teme le rusalki 1; lei gira sul tardi, brandendo un coltello, e cerca suo padre.

  1. Ninfe delle acque, che a primavera adornano i rami degli alberi, sul tramonto. Vedi nel volume della nostra collezione: Puskin, Drammi, poemi, leggende, ove trovansi un dramma e una leggenda sull’argomento.