Pagina:Gogol - Novelle, traduzione di Domenico Ciampoli, 1916.djvu/184

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— Cosa desiderate, signore? — fece Petrovic squadrandolo da capo a piedi e girando lo sguardo interrogatore sul collo, le maniche, la cintura, i bottoni, insomma su tutta l’uniforme di Akaki, sebbene la conoscesse perfettamente, poichè l’aveva fatta lui. I sarti non hanno l’abitudine d’ispezionare con tanta insistenza gli abiti che non escono da loro; ma è il loro primo pensiero quando incontrano una conoscenza.

Akaki rispose balbettando come sempre:

— Vorrei... Petrovic... questo cappotto, vedete... d’altra parte... mi pare... lo credo ancora buono... salvo un po’ di polvere... Eh! senza dubbio, sembra un po’ vecchio.... ma è ancora proprio nuovo... solo un po’ logorato... là, sulla schiena... non val la pena di parlarne... Me lo raccomoderete in due minuti.

Petrovic prese il disgraziato pastrano, lo distese sul tavolo, lo considerò in silenzio e crollò il capo. Poi stese il braccio verso la finestra per afferrare la tabacchiera rotonda ornata d’un ritratto di generale. Non saprei dire di qual generale, perchè quest’imagine eroica essendo stata per caso danneggiata, il sarto, uomo accorto, vi aveva incollato sopra un pezzo di carta.

Quando Petrovic ebbe finito di fiutare la sua presa, esaminò ancora l’uniforme, l’espose alla luce e crollò il capo per la seconda volta. Poi visitò la fodera, alzò da capo il coperchio della tabacchiera un tempo ornato dall’imagine del generale, ne trasse una seconda presa e finalmente esclamó:

— Qui non vi è più niente da raccomodare! Non è più che un miserabile straccio!

A queste parole Akaki si scoraggiò.

— Come! — chiese con la voce piagnucolosa d’un fanciullo; — non è possibile accomodare questo buco? Ma guardate, dunque, Petrovic; vedete bene che vi è soltanto un paio di fori, e voi avete abbastanza pezze per ripararli.

— Pezze ne ho abbastanza, senza dubbio, ma come volete che le cucia? La stoffa è consumata, non è più possibile che tenga un punto.

— Bah! dove i punti non resisteranno, metterete una toppa.

— Non vi sono toppe da mettere; il panno insomma è panno, e nello stato di questo basterà un colpo di vento per ridurlo a brandelli.