Pagina:Gogol - Novelle, traduzione di Domenico Ciampoli, 1916.djvu/199

Da Wikisource.


— Eh, signore! — disse alla fine, — non sapete dunque ciò che dovete fare in simile caso? D’onde venite dunque? Non sapete dunque quale è la via gerarchica da seguire? Voi dovevate dirigere una petizione, che sarebbe giunta nelle mani del capo di ufficio e dalle sue al capo divisione, che l’avrebbe mandata al mio segretario, e il mio segretario l’avrebbe rimessa a me.

— Mi permetta, — interruppe Akaki, facendo un nuovo sforzo, ma questa volta uno sforzo supremo per raccogliere quel poco di spirito che aveva conservato, perchè sentiva che il sudore gli colava sulla fronte; — permetta, Vostra Eccellenza, di farle notare che se mi presi la libertà di disturbarla per questo affare, è perchè il segretario.. i segretari sono gente da cui non si può aspettar nulla.

— Eh? Cosa? Davvero? — esclamò il direttore generale. — Voi osate tenere simile linguaggio! Dove avete pescate simili supposizioni? È vergognoso il vedere gl’infimi, i giovincelli, i subordinati insorgere contro i capi!

Nel suo trasporto, il direttore generale non vedeva che il consigliere titolare aveva oltrepassata la cinquantina e che la qualità di giovine gli conveniva molto relativamente, cioè nel caso di paragone con un uomo di settant’anni.

— Sapete, — continuò l’alto personaggio, — a chi parlate? Ricordatevi innanzi a chi siete! Ricordatevene! Dico: ricordatevene!

E dicendo queste parole batteva il piede, e la sua voce prendeva un accento, una larghezza spaventevole.

Akaki era completamente fulminato; trasaliva, fremeva, e poteva appena tenersi in piedi, e senza un ragazzo dell’ufficio, che accorse in suo aiuto, sarebbe caduto a terra. Lo portarono, o meglio, lo trasportarono fuori quasi svenuto.

Il direttore generale era sommamente stupito dell’effetto prodotto dalle sue parole: quest’effetto sorpassava la sua aspettativa; e, sodisfatto che il suo modo imperioso avesse prodotto su di un vecchio una tale impressione da far perdere al pover’uomo la conoscenza, gettò uno sguardo obliquo sull’amico per vedere come questo avesse preso quel gesto. Quale non fu la sua gioia quando constatò che il suo stesso amico era tutto commosso e lo considerava con un certo spavento!