Pagina:Gogol - Novelle, traduzione di Domenico Ciampoli, 1916.djvu/204

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chè tutti intorno a lui esclamassero: che gran personaggio!

Ma come molti altri funzionari, dell’eroe aveva soltanto l’apparenza esteriore, e in quel momento era in una situazione che gl’inspirava seri timori per la sua salute.

Con mano tremante e febbrile, levò egli stesso il mantello e gridò al cocchiere:

— Presto, a casa! Presto!

Quando il cocchiere udì questa voce che non aveva più nulla di quella che era abituato ad ascoltare e che ora accompagnava con colpi di frusta, abbassò prudentemente la testa e fece partir la slitta come una freccia. Subito il direttore generale giunse a casa, salì in camera col viso pallido, spaventato, e passò una notte tanto terribile che la dimane sua figlia esclamò inorridita:

— Ma papà, sei dunque ammalato?

Non disse niente, nè di ciò che aveva visto, nè di ciò che aveva fatto il giorno prima. Però questo avvenimento fece su lui una grande impressione. Da quel giorno, non interpello più i subordinati, e non disse più loro:

— Sapete a chi parlate? Sapete chi è inanzi a voi?

O se gli accadeva ancora di rivolgersi a uno in modo imperioso, era almeno dopo aver ascoltato la domanda.

Ed anche raramente! Da quel giorno pure lo spettro cessò di mostrarsi. E probabile che sua intenzione fosse di mettere la mano sul mantello del direttore generale; ora che lo aveva preso, non desiderava più niente. Non di meno, molti assicurano che il fantasma comparisse ancora in altri quartieri della città... Un funzionario raccontò che l’aveva veduto coi suoi occhi, come un’ombra, urlare e dileguar dietro una casa. Ma questo funzionario era di carattere così timoroso che la gente prendeva spesso piacere a burlarlo delle sue chimeriche paure. Non osando affrontare lo spettro, mentre passava, s’era contentato di scivolar molto prudentemente dietro di lui. Allora lo spettro si era voltato bruscamente, gridando: «Cosa vuoi?» e mostrando un pugno così formidabile che nessuno aveva mai visto l’eguale.

— Non voglio niente, — rispose il funzionario, — e si affrettò a tornare indietro.

Quest’ombra era più grande di quella del consigliere e portava un’enorme barba. Traversò a gran passi il ponte d’Obuchoff, e sparve poi nelle tenebre della notte.