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216 GOGOL


La stanza, nella quale si pigiava tanta gente, era piccola e l’aria greve, densa; ma l’assessore di collegio Kovalev non poteva sentir niente, avendo la faccia coperta da un fazzoletto e il naso... Dio sa dove.

— Signore, mi permetta di pregarla... Ho molta fretta... — disse egli alla fine, impazientito.

— Subito! Subito!... due rubli e quarantatrè copeki!... Un minuto!... Un rublo e sessantaquattro copeki! — disse il vecchio signore, lasciando in disparte, anche cogli occhi, i fogli delle vecchie e dei portieri. — Lei che desidera? — chiese in fine voltosi a Kovalev.

— Prego... — disse Kovalev. — È avvenuta una frode o una ladreria... sinora non so come. Io la prego d’inserire soltanto che colui il quale mi consegnerà quel furfante avrà una buona ricompensa.

— Voglia dirmi il suo cognome.

— No; perchè il mio cognome non posso dirlo. Ho molte relazioni: la signora Cekhtareva, moglie di un consigliere di Stato, la signora Pelagia Grigorevna Podtocina, moglie di un ufficiale superiore... Se venissero a saper d’improvviso... Dio me ne guardi! Lei può scrivere semplicemente: «Un assessore di collegio», o meglio, «Un maggiore».

— Dunque, il suo mozzo di stalla è scappato...

— Che mozzo di stalla!... C’è di peggio... Ciò che è scappato è... il naso!

— Ve’, che strano cognome! E qual somma questo signor Naso le ha preso?

— Naso! Ma lei non ha compreso ancora! È il mio naso, proprio il mio naso, ch’è scomparso, nè so dove si trovi. Il diavolo ha voluto giuocarmi un brutto tiro!

— Ma come mai è scomparso? lo non ci capisco niente affatto.

— Io non posso dirle come. Ma l’importante è che esso va in giro adesso per la città e s’intitola consigliere di Stato. E però io la prego di annunziare: che colui, il quale lo afferri, me lo porti subito, nel tempo più breve. Lei d’altronde capisce come mai possa io vivere senza questa parte della mia persona. Non si tratta, per esempio, d’un dito del piede... Nella scarpa non se ne vede la mancanza... Io vado ogni giovedi dalla moglie d’un consigliere di Stato, la signora Cekhtareva; conosco pure la signora Pelagia Grigorevna Podtocina, moglie di un ufficiale su-