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NOVELLE 225


Frattanto, in tutta la capitale, correvan le voci sul singolare avvenimento, e, come sempre avviene, non senza frange e ricami. Tutti gli animi, di quel tempo, eran rivolti allo straordinario. Poco tempo prima il pubblico si era commosso a due esperienze di magnetismo; era ancor recente la storia delle tavole giranti in via delle Scuderie. Non bisogna dunque meravigliarsi se si cominciò subito a diffonder la novella che il naso dell’assessore di colleigo Kovalev passeggiava verso le tre sulla Prospettiva della Nevà, e già da un bel pezzo. Una gran moltitudine di curiosi vi affluì ogni giorno. Alcuno affermò che il naso trovavasi nel magazzino di Iunker, ove si accalcò tanta folla, occupando anche i dintorni, che la polizia fu costretta a stabilirvi un servizio d’ordine. Uno speculatore, uomo da bene, con favoriti, che vendeva all’uscita dei teatri caramelle e paste secche, fece inalzare apposta bellissimi palchetti solidi di legno, ove invitava i curiosi a salire per sessanta copeki ciascuno. Un colonnello di gran merito uscì di casa a buon’ora per veder codesto; e potè penetrare a stento tra la folla; ma, con profonda indignazione, non vide nella finestra della bottega, invece del naso, che una comunissima maglia di lana e un quadro in litografia rappresentante una giovinetta che rammenda calze, e un elegante dal corpetto scollato, dalla barbettina corta, che la guarda dall’alto di un albero... quadro che era là da oltre dieci anni. Il colonnello se ne andò indispettito, dicendo: «Come mai si può ingannare il popolo con ciarle tanto sciocche e inverosimili!». Corse poi la voce che il naso del maggiore Kovalev passeggiava, non più sulla Prospettiva della Nevà, ma nel giardino di Tauride: vi si trovava già da molto tempo, dicevano, sin da quando vi soggiornava Khozrev Mizza, che si meravigliava di quel bizzarro capriccio della natura. Vi furon mandati alcuni studenti dell’accademia di medicina. Una rispettabile signora, di altissima nascita, pregò il guardiano di quel giardino, con lettera riservata, di mostrare ai figli quel raro fenomeno, e, possibilmente, di unirvi una spiegazione introduttiva ed edificante per la gioventù.

Questi fatti formaron la delizia de’ visitatori mondani, necessari a ogni discorso, ove cercasi di svagare le signore, e ove le argute raccolte di notizie vanno sempre più scemando. Invece, un gruppetto di persone onorevoli e ben pensanti se ne mostrò scontentissimo; anzi un si-