Pagina:Gogol - Novelle Ukraine, traduzione di Ascanio Forti, Sonzogno, Milano, 1903.djvu/45

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UNA NOTTE DI MAGGIO 45


– Hanno ragione di dire che le donne hanno il diavolo in corpo, che le fa esser curiose e desiderose di tutto, e specialmente di quello che non dovrebbero sapere. Dunque, senti:

«Molto tempo fa, cuoricino mio, stava in quella casina là un capitano dei cosacchi con una figlia più bianca della neve, bianca come il tuo visino. Questo capitano volle ripigliar moglie, perchè la prima gli era morta molto tempo addietro. E la figliuola a dirgli: «Papà, mi farai sempre le carezzine quando avrai un’altra moglie?» E lui a rispondergli: «Sì, mia piccina, ti abbraccerò sempre più e ti comprerò tante buccoline e tante collane.» Il capitano portò a casa la giovine sposa. Ed era bella la giovine sposa: bianca e rossa; ma guardò la figliettina con uno sguardo così freddo e torvo che questa cacciò un grido e non ebbe in tutta la giornata nemmeno una buona parolina di consolazione dalla matrigna. Poi la povera figliolina si chiuse in camera, si mise a piangere e doventò pensierosa, colla testa bassa. Quando alza gli occhi vede un gattaccio nero, che si avvicina a lei adagio adagio coi peli che parevano di fosforo e cogli artigli che tintinnavano sul pavimento. Piena di spavento monta sulla panca e la gatta ci monta anche lei: salta sul caminetto e la gatta vi salta anche lei, e prende lo slancio per buttarlesi al collo e strozzarla. La ragazzina caccia un bercio, se l’allontana dal collo e la butta di tonfo in terra; ma di nuovo la gattaccia cogli occhi in fiamme si avvicina... la ragazzina disperata stacca uno sciabolone dal muro e... giù... un colpo per terra: uno zampello con gli artigli di ferro balza per l’aria e ricade. Il gatto urla e va via. In tutto quel giorno la moglie non esce di camera: al terzo giorno si fa vedere col braccio fasciato. La giovinetta allora pensò subito che la matrigna era una strega, a cui essa aveva spezzato la mano. Il quarto giorno il capitano comandò alla figlia di andar per l’acqua e di ripulire la casa come una serva e di non farsi più vedere in camera della matrigna. Era gravoso per la giovinetta, ma dovè fare come voleva il babbo. Il quale al quinto giorno la mandò via come un cane, scalza e digiuna.

«La poverina dette in singhiozzi disperati e si coprì