Pagina:Gogol - Novelle Ukraine, traduzione di Ascanio Forti, Sonzogno, Milano, 1903.djvu/5

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NICOLA GOGOL 5

Coi denari d’una pubblica sottoscrizione ideò e fondò una specie di biblioteca circolante, di cui si creò sopraintendente: fondò pure un teatrino, in cui si rappresentavano o si diffamavano Kotzebue, Florian, Molière, Von Vizine, ecc. Infine gli saltò in testa di fondare una rivista, o meglio, di crearla interamente da sè: dalla testata, che disegnò con minuziosa cura, lavorandovi giorno e notte, al testo composto di una tragedia, di scritti satirici e umoristici e di certi sciagurati versi byroniani, che girarono con pieno successo fra gli amici: a tutto ciò impose il nome di Stella.

Del resto, tuttochè di latino sapesse appena tradurre il primo paragrafo d’una Crestomazia (universus mundus plerumque distribuitur in duas partes: cœlum et terram), donde il nomignolo di universus mundus, applicatogli dai colpiti dalla sua fine sferza satirica, era amato dai compagni e dai professori, poichè nel mortorio scolastico egli riusciva a comunicare il suo entusiasmo e il suo schietto riso.

Nel ’28 uscì dal ginnasio, leggiero assai di sapere, ma rigurgitante d’idealismi grandiosi e di ambizioni smodate. Le lettere che in questo periodo mandò alla madre testimoniano dell’influsso che ebbe su di lui la moda byroniana (che in quel tempo infieriva in Europa, e in Russia faceva addirittura strage).

In esse si credeva procreato a grandi cose e vedeva un angelo inviato da Dio, che gl’indicava non so più qual meta sospirata: qualche altra volta si doleva della sua sconvolta e amareggiata giovinezza, si credeva disconosciuto da tutti, o peggio ancora vilipeso e sopraffatto, e prendeva l’impostatura di un Cristo paziente e buono, in faccia alla viltà e meschinità altrui.

Era la moda byroniana che passava, e in lui