Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/13

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I


E

h, vòltati un po’, ragazzo! Come sei buffo!

Che razza di cotte da preti avete in dosso? E cosí vanno vestiti tutti all’Accademia?

Con tali parole andò incontro il vecchio Bul’ba ai suoi due figli, ch’erano stati a studiare nel Collegio ecclesiastico di Kiev, ed erano giunti allora allora alla casa paterna.

Erano appena smontati dai loro cavalli: due bei giovanotti ben piantati, che guardavano ancora di sotto in su, proprio come collegiali licenziati da poco. I loro volti maschi e sani eran coperti d’una prima peluria, che il rasoio non aveva ancora toccata. Molto sconcertati da quella sorta d’accoglienza paterna, stavano lí immobili, col capo chino a terra.

— Fermi, fermi! Lasciate che io vi sbirci per benino — seguitava a dire, intanto che li rivoltava come piuoli — oh, che svitke1 lun-


  1. Soprabito usato dagli slavi meridionali.

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