Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/229

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TARAS BUL'BA

Voi siete buoni a fare tutto nel mondo, a tirar fuori anche ciò che è nascosto nel fondo del mare, e un antico proverbio dice che il Giudeo ruba magari a se stesso, quando si mette in mente di rubare. Mettetemi in libertà il mio Ostap! Dategli il modo di fuggire dalle mani del diavolo. Ecco, io a quest’uomo ho promesso dodicimila zecchini... ne aggiungerò altri dodicimila. Tutto il vasellame prezioso che io possiedo e l’oro che tengo sotterrato presso di me, la mia casa e l’ultimo vestito lo darò a voi, e stringerò con voi un contratto per tutta la vita, col patto che tutto ciò che guadagnerò nella guerra, lo dividerò a mezzo con voi.

— Oh, non è possibile, signore caro, non è possibile! — disse Jankelj con un sospiro.

— No, non è possibile! — disse un altro giudeo.

I tre Giudei si guardarono in faccia l’un l’altro.

— Ma provare — disse il terzo sbirciando timidamente gli altri due — chi sa che Dio non ci assista?

Tutti e tre i Giudei cominciarono a parlare in tedesco. Bul’ba per quanto tendesse l’orecchio, non riusciva a indovinare niente; soltanto sentiva ripetere spesso la parola «Mardochaj» e niente altro.


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