Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/257

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TARAS BUL'BA

ria e trassero in salvo i cosacchi. Ma Potozkij questa volta fu degno dell’incarico affidatogli; instancabilmente li inseguí e li raggiunse sulla riva del Dnjestr, dove Bul’ba occupò, per la stanchezza, una vecchia fortezza abbandonata. Proprio su una altura a piombo sulle correnti del Dnjestr si vedeva questa vecchia fortezza col suo recinto mezzo rovinato e con gli avanzi delle mura. Rottami, mattoni e tegole ricoprivano quasi tutta la sommità della roccia, che pareva pronta a strapparsi da un momento all’altro e precipitare giú. Lí appunto, da due lati adiacenti alla campagna, l’assediò il regio atamano Potozkij. Per quattro giorni si batterono e si difesero i cosacchi, lanciando tegole e sassi. Ma si esaurirono le provviste e le forze; e Taras decise di aprirsi una via con le armi attraverso le schiere nemiche.

E vi sarebbero già ben riusciti i cosacchi e probabilmente ancora una volta li avrebbero fedelmente serviti i loro veloci cavalli, quando a un tratto proprio in mezzo alla corsa, si fermò Taras ed esclamò:

— Alt! mi è caduta la pipa con il tabacco; non voglio che nemmeno la pipa rimanga agli odiati Ljachi!

E si piegò il vecchio atamano, e cominciò a cercare nell’erba la sua pipa con il tabacco, la


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